Terre e rocce da scavo
Il testo, già approvato “definitivamente” il 14 luglio 2016, contiene nuove disposizioni per il riordino e la semplificazione della gestione delle terre e rocce da scavo.
la gestione delle terre e rocce da scavo qualificate come sottoprodotti provenienti da tutti i cantieri, ossia
- di piccole dimensioi
- di grandi dimensioni
- di grandi dimensioni non assoggettati a VIA o a AIA
- il deposito temporaneo delle terre e rocce da scavo qualificate rifiuti
- l’utilizzo nel sito di produzione delle terre e rocce da scavo escluse dalla disciplina dei rifiuti
- la gestione nei siti oggetto di bonifica
- le condizioni comuni per piccoli e grandi cantieri
- le condizioni da soddisfare affinché terre e rocce siano considerate sottoprodotti e non rifiuti
- le condizioni per riutilizzare in loco i residui classificabili come sottoprodotti e non rifiuti
- l’utilizzo di terre e rocce quali sottoprodotti si applica il parametro amianto previsto dal dlgs 152/2006 per le bonifiche: 1.000 mg/kg
- il trasporto fuori sito delle terre classificate come sottoprodotti va accompagnato da una specifica documentazione (allegato 7) e scompare la notifica preventiva all’autorità competente per ciascun trasporto
Elementi di semplificazione
- procedure più veloci per attestare che le terre e rocce da scavo soddisfano i requisiti stabiliti dalle norme europee e nazionali per essere qualificate come sottoprodotti e non come rifiuti
- disciplina del deposito temporaneo delle terre e rocce da scavo
- gestione delle terre e rocce da scavo nei siti oggetto di bonifica
- utilizzo nel sito di produzione delle terre e rocce da scavo escluse dalla disciplina dei rifiuti
- rafforzamento del sistema dei controlli
- eliminazione dell’obbligo di comunicazione all’autorità competente di ogni trasporto di terre e rocce intese come sottoprodotti nei grandi cantieri
- possibilità di gestire ed utilizzare terre e rocce come sottoprodotti anche senza previa approvazione del piano di utilizzo da parte dell’Autorità competente nei cantieri di grandi dimensioni
- proroga di 2 anni del piano di utilizzo mediante semplice comunicazione al Comune e all’Arpa nei cantieri di grandi dimensioni
- possibilità di fornire una semplice comunicazione per apportare modifiche sostanziali al piano di utilizzo o per prorogarlo per i cantieri piccoli e per quelli grandi non sottoposti a Via o ad Aia
Le nuove regole in sintesi
Cantiere di grandi dimensioni
Il cantiere in cui sono prodotte terre e rocce si definisce di grandi dimensioni se le quantità sono superiori a 6.000 metri cubi, calcolati dalle sezioni di progetto.
Cantiere di piccole dimensioni
Al di sotto del limite di 6.000 metri cubi di terre e rocce prodotte, il cantiere si definisce di piccole dimensioni.
Rifiuti e sottoprodotti
Affinché terre e rocce siano sottoprodotti, occorre che:
- siano generate nella realizzazione di un’opera il cui scopo primario non è la produzione di tale materiale
- siano utilizzabili senza trattamenti diversi dalla normale pratica industriale e, al contempo, soddisfino i requisiti di qualità ambientale che sono stati previsti dal nuovo dpr 120/2017
- l’utilizzo sia conforme al piano o alla dichiarazione per l’utilizzo (piccoli cantieri)
Riutilizzo di terre e rocce
Il riutilizzo delle terre e rocce da scavo nel rispetto delle condizioni di legge si verifica:
- nel corso dell’esecuzione della stessa opera nella quale è stato generato o di un’opera diversa, per la realizzazione di reinterri, riempimenti, rimodellazioni, rilevati, miglioramenti fondiari o viari, recuperi ambientali oppure altre forme di ripristini e miglioramenti ambientali
- in processi produttivi, in sostituzione di materiali di cava
Deposito intermedio
Il deposito intermedio non costituisce utilizzo e non può superare la durata del piano di utilizzo. Può essere effettuato nel sito di produzione, in quello di destino o in altro sito purché siano rispettati i requisiti previsti.
Decorsa la durata temporanea, terre e rocce smettono di essere sottoprodotti e tornano rifiuti.
Il trasporto fuori sito di quelle terre e rocce da scavo considerate sottoprodotti è accompagnato dalla documentazione indicata nell’allegato 7.
Dichiarazione di avvenuto utilizzo
La dichiarazione di avvenuto utilizzo attesta l’impiego di terre e rocce in conformità a:
- piano di utilizzo, previsto per i grandi cantieri
- dichiarazione di utilizzo, prevista per i piccoli cantieri
Si tratta di un’autocertificazione redatta dal produttore o dall’esecutore, usando l’allegato 8 e trasmessa anche all’Arpa. Va resa entro il termine di validità del piano e della dichiarazione. In difetto, terre e rocce da sottoprodotti si trasformano in rifiuti.
Dichiarazione di utilizzo
Per i piccoli cantieri è prevista la Dichiarazione di utilizzo di cui all’articolo 21 del decreto.
In allegato è presente l’apposito modello.
Con la Dichiarazione di utilizzo, il titolare definisce:
- Sezione A: dati del produttore
- Sezione B: dati del sito di produzione (dimensione dell’area, tecnologie di scavo, quantità di materiale da scavo destinata all’utilizzo, ecc.)
- Sezione C: dati dell’eventuale sito di deposito intermedio (autorizzazioni, periodo di deposito, massimo quantitativo che verrà depositato)
- Sezione D: dati del sito di destinazione
- Sezione E: tempi previsti per l’utilizzo
Sul fronte dei piccoli cantieri, per l’uso come sottoprodotti di terre e rocce il produttore deve dimostrare il non superamento dei valori delle concentrazioni soglie di contaminazione previsti per le bonifiche e i materiali non costituiscono fonte diretta o indiretta di contaminazione per le acque sotterranee.
I requisiti sono attestati da una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà che assolve la funzione del piano di utilizzo
fonte:Biblusnet
scarica la modulistica