M
Macadam |
Tipo di pavimentazione stradale costituita da pietrisco e materiale collante compresso. È una tecnica costruttiva ideata dall'ingegnere scozzese John Loudon McAdam (da cui prende il nome) nel 1820 con cui si possono realizzare sia strati di fondazione che pavimentazioni stradali. A seconda del materiale che viene usato come legante per il pietrisco, si realizza macadam all'acqua, al bitume o all'asfalto (che contiene catrame), |
Magatelli |
Piccoli tavole in legno che vengono incorporati al massetto del solaio e permettono la chiodatura per l’applicazione del parquet. |
Magra |
"Tipo di calce ottenuta con una bassa percentuale di acqua e un’alta quantità di sabbia; v. calce." |
Magrone |
Tipo di calcestruzzo di cemento, con una bassa percentuale di legante, usato quando non è richiesta nessuna caratteristica statica, ad esempio nella gettata al di sotto dei plinti di fondazione. |
Maiolica |
Prodotto ceramico, meno fine della porcellana, a pasta porosa, opaca colorata oppure bianca, con rivestimento trasparente o colorato. Le M. si suddividono in tre categorie: M. verniciate, M. smaltate o comuni, M. fini o terraglie. Trovano largo impiego nel rivestimento di ambienti che richiedono qualità igieniche. |
Malta |
"Qualsiasi prodotto legante impastato con acqua e materiali inerti (l’acqua manca solo nelle M. a base di leganti idrocarburati, e cioè asfalti, bitumi e catrami). I vari tipi di M. si distinguono in base alla natura dei leganti (gesso, calce, cemento, bitume, ecc.) e al processo di presa del conglomerato; sia che avvenga in presenza di aria: M. aeree (di leganti idrocarburati), sia che avvenga in presenza di aria o di acqua: M. idrauliche (di calce idraulica, cemento, ecc.). Fra i vari tipi: la M. bastarda nella quale oltre alla calce sono presenti altri leganti (cemento, gesso); M. per stucchi nella quale l’inerte è costituito da polvere di marmo; M. adesiva che nel composto contiene percentuali di silicio, carbonato, sabbia e additivi, derivandone un adesivo impiegato per incollaggio di piccoli elementi ceramici (30x30 cm)." |
Mansarda |
Piano abitabile sufficientemente finestrato ricavato nell’altezza del tetto a falde inclinate, spesso a profilo spezzato. Sistema molto usato in Francia e nei paesi nordici, esistono esempi già nell’epoca medievale, ma riproposto nella seconda metà del sec. XVII dagli architetti francesi F. e J.H. Mansard. |
Mantellata |
Opera di difesa degli argini di un fiume, formata da una specie di grossa stuoia fatta di sottili pertiche e grossi vimini, fissata con paletti alla scarpata da proteggere. La M. può essere anche in calcestruzzo armato, formata da elementi collegati fra loro da fili di ferro zincato o anche articolati con cerniere di calcestruzzo armato. |
Marmetta |
"Lastra costituita da uno strato di conglomerato cementizio ed uno strato superficiale di cemento misto a graniglia di marmo; si possono ottenere vari colori tinteggiando la malta di cemento e usando vari tipi di marmo. Le dimensioni variano da cm 20x20 a cm 40x40 con spessori da cm 1,7 a cm 3,5. Le lastre sono usate soprattutto per pavimenti." |
Marmettone |
"Lastra di cemento puro e pezzi di marmo, generalmente di forma quadrata con spessore da 1,8 a 2,5 cm e dimensioni da 20x20 cm a 50x50 cm; impiegata per pavimentazioni, soprattutto d’interni; v. marmetta." |
Marmo |
"Roccia calcarea, cristallina, a grana piuttosto uniforme; può essere lucidata e lavorata per ottenere lastre, blocchi, colonne, architravi, ecc., le lastre sono usate soprattutto per pavimenti e rivestimenti. I M. possono essere policromi (venati, broccati, listati, screziati, fioriti, ecc.) e monocromi se la colorazione è uniforme. Fra le numerose varietà ricordiamo i M. di Carrara: bianchissimi e traslucidi se puri, ed i M. rari: alabastri orientali, cipollini, sieniti, onici e graniti. I M. hanno una resistenza a compressione che varia di solito tra 900 e 1200 kg/cmq, e peso specifico tra 2400 e 2800 kg/cmc." |
Marmo artificiale |
"Materiale costruito ad imitazione del marmo. Ottenuto dalla mistura di gesso, allume, solfato di zinco, cloruro di calcio ed altre sostanze che lo rendono lavabile e ne aumentano la resistenza; il composto viene posto in forme e pressato, poi levigato e lucidato. Può essere ottenuto anche da lastre di cemento, di amianto o di lavagna poi lucidate e colorate. Impiegato soprattutto in lastre per il rivestimento di pareti." |
Marmorino |
"Tipo di intonaco lucido, impermeabile e biancastro; usato per paramenti interni ed esterni." |
Martellinatura |
Lavorazione, effettuata con la martellina, sulla superficie di conglomerati, asportando parti e mettendo in evidenza il pietrame del conglomerato. In genere lavorazione di superfici di materiali quali laterizi, pietre, rame, ottone, bronzo, ecc., per abbellimento. |
Mascelle |
Pezzi di legno squadrati fissati su palancati inclinati usati come protezione anti scivolo. |
Maschio |
"(anche mastio) Muro di sostegno, di spessore rilevante, con contrafforti a contatto con il terrapieno da sostenere; si dice soletta verticale di sostegno se il muro è in cemento armato. Nei castelli medievali e nelle rocche rinascimentali è la torre principale; esempio il Maschio Angioino." |
Massicciata |
"Strato di materiale lapideo che forma la sovrastruttura di una strada; v. macadam, ballast." |
Matroneo |
"Loggiato interno delle antiche basiliche cristiane e di molte chiese medievali, riservato alle donne (da cui il nome); si apriva lungo la navata principale ed era collocato sopra le navate laterali, aveva pianta a sviluppo longitudinale nelle chiese di tipo basilicali, anulare nelle chiese a pianta centrale. Celebri esempi di M. in Italia sono: nella chiesa di S. Lorenzo fuori le mura a Roma, in Sant’Ambrogio a Milano, in S. Marco a Venezia. La composizione del M. si è ripetuta anche in chiese rinascimentali e barocche, ma in questo caso si chiama tribuna o galleria." |
Mattone |
Prodotto in materiale ceramico non vetrinato a pasta porosa, utilizzato sin dall'antichità nell'edilizia. Solitamente a forma di parallelepipedo, di dimensioni ben definite tali per cui la dimensione di ogni spigolo è multiplo di un unico modulo, è ottenuto dalla cottura ad elevate temperature di impasti di argilla e acqua. Può essere prodotto nella stragrande maggioranza mediante trafilatura, ovvero mediante pressatura. Il termine che indica i mattoni di epoca romana, laterizio, spesso associato al mattone (o utilizzato come suo sinonimo), viene oggi utilizzato nella lingua italiana per indicare tutta la vasta gamma di materiali, aventi come materia prima l'argilla, utilizzati per le costruzioni edili.
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Mattonella |
"Laterizio piatto di forma quadrata, rettangolare, esagonale, ottagonale, usato per pavimentazioni. La M. può essere ottenuta anche con altri materiali: cemento e graniglia oppure asfalto compresso per pavimentazioni stradali; v. marmetta e marmettone." |
Mazzetta |
Elemento verticale collocato fra gli stipiti e la battuta di porte o finestre, al quale è collegato il telaio dell’infisso, in genere lo spessore della M. è quello di una testa di mattone. |
Mazzocchio |
Altro termine per indicare la modanatura di toro specie se usato nella base della colonna. |
Meniano |
"Percorso anulare che divideva in settori la cavea del teatro e dell’anfiteatro romano. Nell’architettura romana è anche la sporgenza di un edificio simile ad una loggia o ad un balcone; elemento ripreso in molti palazzi romani del sec. 18° e 19°, utilizzato soprattutto come comodo punto di vista in occasioni di feste e cerimonie. Nell’architettura moderna è sinonimo di ballatoio pensile." |
Mensola |
Struttura di varie dimensioni e materiali, che si fissa ad un estremo lasciando che la restante parte sia in aggetto per sostenere altre strutture. Nella trabeazione degli ordini classici e in vari tipi di cornici e cornicioni, la M. sostiene, spesso non staticamente, la parte sporgente costituita dal gocciolatoio. La mensola di raccordamento si chiama la superficie, spesso a forma di grande voluta, che collega la parte centrale e più alta con le parti più basse della facciata di molte chiese rinascimentali, come in quella di S. Maria Novella a Firenze. |
Mensolone |
Grande mensola che ha funzione prevalentemente costruttiva di sostegno per terrazzi, balconi, ecc. |
Merlo |
Rialzo in muratura che guarnisce la sommità di taluni edifici, e specialmente di torri, castelli, ed altro. Oltre che coronamento delle mura, serviva soprattutto come riparo ai difensori. Nel Medioevo i M. si distinsero in guelfi e ghibellini. |
Mezzanino |
Il piano di un edificio che si trova fra il piano terreno e il primo piano. |
Mezzorilievo |
Tipo di bassorilievo (vedi). |
MF |
Resine melamminiche. |
Modanatura |
Membratura che dà rilievo alle cornici architettoniche, formata da un profilo geometrico che raggruppa in modo vario elementi rettilinei e curvilinei. Fra i tipi di M. più comuni sono: la fascia, il listello, il guscio o cavetto, l’ovolo o echino, la gola diritta o lesbia, la gola rovescia o dorica, la scozia, il toro o astragalo, il becco di civetta, il tondino, i dentelli, ecc. |
Mòdulo |
Unità di misura per determinare le proporzioni degli edifici in genere, ed in modo speciale degli ordini architettonici, e corrisponde alla metà del diametro della colonna. Nei tempi moderni però è in disuso. |
Modulor |
Scala di misure armoniche, creata da Le Corbusier, basata sulla statura umana, che permette di “ordinare” il mondo delle forme, architettoniche o non architettoniche, e di istituire fra di esse un rapporto che può dirsi umano. |
Monaco |
Elemento verticale e centrale della capriata palladiana, posto fra le testate dei due puntoni, e collegato, nella sua estremità inferiore, mediante staffa metallica, alla catena, ed in questo punto s’innestano i saettoni obliqui di rinforzo dei puntoni stessi. |
Monastero |
Luogo dove monaci o monache conducono vita comunitaria; detto anche cenobio. Il tipo edilizio mostra una precisa relazione tra chiesa, chiostri, edifici monastici, e varia (collegio, ospizio, ospedale) in relazione alla localizzazione urbana e alle necessità della comunità insediata. Il convento può raccogliere anche comunità non legate da voti. |
Monta |
Distanza verticale dalla chiave fino alla lina d’imposta. |
Montante |
Elemento, in genere metallico, ad andamento longitudinale e disposto, per lo più in verticale per sostegno e rinforzo di strutture. Ad esempio le aste verticali nelle strutture reticolari, l’elemento verticale che sostiene un serramanto esterno, ecc. |
Moquette |
Specie di tappeto di lana o di fibra sintetica che si fissa al pavimento che ne è interamente ricoperto. Il “rovescio” della M., per facilitare l’opera di incollaggio a pavimento, viene, spesso, impregnato con lattice di gomma. È prodotta in rotoli di altezza da 0,7 a 5 m e di lunghezza fino a 35 m, oppure in quadrotti di varie dimensioni. |
Morsa |
"(anche ammorsatura) Nella costruzione di muratura in pietra o mattoni che deve essere temporaneamente interrotta, o si deve realizzare un paramento trasversale a quello costruito; si lasciano i conci con addentellature cioè alternativamente sporgenti e rientranti, in modo che il nuovo tratto possa legarsi a quello già eseguito; è questo un tipo di attacco che serve a dare una migliore continuità diminuendo il pericolo delle incrinature, che si possono formare lungo l’unione per l’assestamento della nuova costruzione; v. addentellato." |
Mosaico |
"Tecnica decorativa consistente nell’applicare ad un fondo di malta pozzolanica, o mastice, piccoli elementi di pietre naturali, o di terracotta, o di paste vitree, bianche, nere o colorate, detti tessere, con le quali viene riprodotto un disegno. Il M. viene impiegato per la decorazione di pavimenti, pareti o anche singoli elementi architettonici. Tecnica antichissima, deriva, forse, dalle decorazioni a tasselli compiute dai Sumeri (24° sec. a. C.), o dai coni di terracotta infissi in muri di argilla della Mesopotamia (3500-3000 a. C.). Con l’arte greca e romana si sviluppano diversi tipi di M.; per primo l’opus signinum, poi l’opus segmentatum con inserti di tessere di marmi colorati, l’opus scutulatum con semplici disegni geometrici. In età cristiana, il M. divenne l’ornamento principale delle chiese: (dal sec. 11° al sec. 13°) absidi di S. Maria in Trastevere a Roma, del duomo di Cefalù e di Monreale in Sicilia, di S. Marco a Venezia; nelle pale degli altari della basilica di S. Pietro 17° sec.; ecc." |
Moschea |
Tempio di culto musulmano, che all’esterno è fiancheggiato da uno o più minareti (vedi). Parti fisse di ogni M. sono: la nicchia, che indica la direzione della Mecca verso cui ci si rivolge nella preghiera, e il minbar ovvero il pulpito. |
Mostra |
La cornice che inquadra nella parte esterna ed interna il vano di una porta o di una finestra. |
Murale |
"Travicello in legno, per lo più a sezione quadrata (circa cm 8 x 8), impiegato nell’orditura secondaria dei tetti a falde; si chiama mezzo murale il tavicello a sezione rettangolare di, circa, cm 8 x 4." |
Muratura |
È la struttura composta da elementi (mattoni, pietre, ecc.) disposti in maniera da formare una superficie compatta. |
Muro di mattoni |
"Muratura largamente impiegata, i mattoni possono essre pieni e forati. Se viene costruito senza il completamento superficiale dell’intonaco, si chiama M. a cortina. Per lo spessore, il M. di mattoni si dice: in foglio o accoltellato quando il mattone posa sul piano col suo spessore; di una testa o soprammattone, quando ha lo spessore della larghezza di un mattone; di due teste se ha per spessore una lunghezza di mattone, pari a due larghezze; di tre teste se ha lo spessore di una larghezza e mezza pari a tre larghezze e così via." |
Mùtuli |
"Elementi decorativi della trabeazione dorica; consistono in membrature sporgenti con sotto i caratteristici “chiodi” cilindtici (guttae), collocati al di sotto del gocciolatoio, in corrispondenza delle metope e dei triglifi del fregio”. |